1. |
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Era una gioia appiccare il fuoco
E bruciare i miei pensieri nella testa
Era meglio chiedersi un poco
Che rimane alla fine della festa.
Era una gioia accendere il fuoco
Nella ragazza bella e giovane che eri
E sentirti bruciare come seta
E sentirti vivere davvero.
E Parigi bruciava all’orizzonte
Sulla spinta del fuoco della mente
Alimentato dalla forza del vento
Che era nato così giovane e violento.
Era una gioia appiccare il fuoco
Era una gioia appiccare il fuoco
Era una gioia appiccare il fuoco
A poco a poco il giorno brucia
Lo sento vivere davvero
Fuoco che brucia, fuoco che ora
Non sento la paura.
Era una gioia appiccare il fuoco
E bruciare in un minuto la mia casa
I ricordi, le persone, il passato
Fare di tutto tabula rasa.
Era giusto chiedersi un poco
Alla fine dalla cenere che resta
Se rimane il ricordo o la voglia
Di quel fuoco che brucia nella testa.
Era una gioia appiccare il fuoco
Era una gioia appiccare il fuoco
Era una gioia appiccare il fuoco
A poco a poco il giorno brucia
Lo sento vivere davvero
Fuoco che brucia, fuoco che ora
Non sento la paura.
Era una gioia appiccare il fuoco
E bruciare i miei pensieri nella testa
Era meglio chiedersi un poco
Che rimane alla fine della festa.
Era una gioia toccare il fuoco
E bruciarsi tutte e due le mani
E sentirsi senza una casa oggi
Per vivere domani.
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2. |
Roberto non è in casa
04:58
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Roberto è attento, Roberto è testardo
Roberto è critico, Roberto è cinico
Ma è tanto sensibile, così sognatore
Roberto ha trovato una strada migliore.
Ma è così creativo, ah, così sognatore
Che si sarà inventato una strada migliore.
Ed è solo
Non lo senti neppure ed è solo
Sembra di non averlo, ma è solo
Seduto sorride solo.
Allora: guarda bene le nuvole, c’è un idiota che ti saluta
Stai pensando sia Roberto, l’eterno scalatore
Se è l’immagine che hai di lui quell’idiota sei tu
Che non hai capito ancora che devi guardare giù.
Se pensi che sia lui allora il coglione sei tu
Che non hai capito ancora che devi guardare giù.
Roberto non è in casa
Roberto è andato via
Roberto non è in casa
E ora è libero
O crede di essere libero
Schiavo e padrone, è libero
Nel bene e nel male è libero.
Roberto è solitario, Roberto è diffidente
Così poco compiacente, così poco interessato
A fare il finto interessato per cose che non gli stanno a cuore
Ah, penso proprio che Roberto si creda migliore.
Cose di cui non gli frega o cose che non gli stiano a cuore
Potrebbe provare almeno a sembrare migliore.
Roberto non è in casa
Roberto è andato via
Roberto non è in casa
E ora è libero
Ma che bruci all’inferno, ora è libero
Quel bugiardo bastardo è libero
Pesante e volgare, ma libero
Per l’istinto di vivere è un grido.
A correre forte è il solo
Si volta e si trova da solo
Così ora è libero e solo.
Libero e solo.
Libero.
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3. |
Severamente vietato
03:15
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Vietato entusiasmarsi, vietato battagliare
Non avrai mica in testa di cambiare il mondo!
Vietato immergersi in acque non sicure
Vietato rischiare, vietato improvvisare.
Vietato l’accesso a chi non è autorizzato
Che viene prima chi ha il posto riservato
È vietato toccare, è questione di stile
Vietato protestare, nient’altro da dire!
Vietato oltrepassare il limite segnato
Non avrai mica in testa di cambiare il mondo!
Vietato oltrepassare i limiti impostati
Vietato perdonare, vietato litigare.
Vietato l’accesso a chi non è alcolizzato
A chi stasera è triste o triste è sempre stato
È vietato sudare, è questione di stile
Vietato riprovarci, nient’altro da dire!
Severamente vietato meditare
Non avrai mica in testa di cambiare il mondo!
Vietato mettersi a fumare o a minacciare
Vietato parlare, vietato disturbare.
Vietato l’accesso a chi non è autorizzato
A chi non ha un lontano zio immanicato
È vietato toccare, è questione di stile
Vietato protestare, nient’altro da dire!
È vietato l’accesso a chi non è autorizzato
Che viene prima chi ha il posto riservato
È vietato toccare, è questione di stile
Vietato protestare, nient’altro da dire!
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4. |
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Vedi, se tu volessi
Ti darei l’attenzione
Le stesse mani di un artigiano
Del ferro lavorato.
Vedi, se tu portassi
Le tue mani leggere
Su di me o su di lui
Non mi potresti trattenere.
Ora come ora
La voglia è forte, è come un’onda
Ora come ora
Non ho ritegno, non ho vergogna.
Vedi, se ti avvicini
Sentirai le sue mani
Sui seni duri
Che pian piano diventeranno cera.
Vedi, se tu continui
A lasciarti toccare
Da me o da lui, da lui o da me
Non riusciremo ad aspettare.
Ora come ora
Avanti e indietro, è come un’onda
Ora come ora
Non ho ritegno, non ho vergogna.
Vi guardo anche ora, liberi
E veri come i fianchi
Lavorati dalla vita, dalla mia volgarità
Sono un piccolo artigiano
Che tu conosci già.
Ci guardo anche ora, liberi
E non ancora stanchi
Accesi dalla vita, dalla mia volgarità
Siamo piccoli artigiani
Che tu conosci già.
Ora come ora
Ci muoviamo, come onde
Ora come ora
Non ha ritegno, non ha vergogna.
Ora come ora
Ora, ora, ora come ora
Ora come ora
Senza ritegno, senza vergogna.
Ora come ora
Si abbassa il vento, si calma l’onda.
Viene il sonno, come un’onda
Viene come un’onda.
Come un’onda.
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5. |
La ferita
04:02
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La mia testa pesa come fosse piombo
I miei pensieri ancora oggi non li comprendo a fondo
E li inseguo senza sosta, senza un vero scopo
Senza mai guardare il mare più profondo.
Mi guardo attorno e cerco spiegazioni
Mi chiedo perché ma non riesco a darmi motivazioni valide
Così rivedo nello specchio l’immagine scura
Di chi ha paura del futuro, e lì la mente vola.
La mia testa vola
Si sorprende a pensare
Alle scelte fatte
Alle cose dette, agli errori
Mai nessuno che li ammette
Forse avevo attorno persone perfette
Forse sì, forse no
Io continuerò la mia strada
E come Damocle avrò sulla testa questa spada
In una vita fatta a bivi
Se sbagli perdi le intenzioni che coltivi
Sulla strada ho perso ogni cosa in cui credevo.
Stringi la ferita
Lascia stare il resto
Padrone di te stesso senza alcun compromesso
Non cercare il senso
Nel tempo e nelle scelte
Di una ferita che ti brucerà sempre.
Un senso di vuoto mentale mi assale, fa male
In solitaria come Soldini mi sorprendo a pensare
Al futuro, a me stesso
Adesso che ciò a cui tenevo di più caro è andato perso.
Del resto non me ne può fottere minimamente
Un malessere cresce rapidamente
Dentro di me, partendo dal cuore
Come un tumore limita la circolazione
Ed aumenta il senso del dolore.
Niente e nessuno può capire l’inferno
Che può creare una parola, una soltanto
Quella che non ti aspetti
Quella di cui non hai bisogno
Quella che ti apre gli occhi e ti spegne un sogno
Non sai più a chi credere
Non vuoi rinunciare, ma sei costretto a cedere.
Mi sento sprofondare come le torri a Ground Zero
Ed è un grande volo
Uno stormo basso e fitto di gabbiani
E maestoso è il senso della fuga.
Stringi la ferita
Lascia stare il resto
Padrone di te stesso senza alcun compromesso
Non cercare il senso
Nel tempo e nelle scelte
Di una ferita che ti brucerà sempre.
La mia testa pesa come fosse piombo
I miei pensieri ancora oggi non li comprendo a fondo
Sulla strada tante, troppe cose da intuire
E manca la chiave per capire.
Adesso non mi resta altro da fare
Che starti a guardare
Starti a ammirare
Starti a mangiare con gli occhi
Con il tuo sguardo mi blocchi
Ma il tuo sorriso mi riporta bambino
Nel Paese dei Balocchi.
Dio, dammi un’ora, un minuto, un solo secondo
Mi basta per farle capire che lei è il mio mondo
Il mio salvagente mentre nel mare della vita affondo
E sprofondo in questo pensiero nero che mi tormenta
L’unica cosa che mi passa ora per la testa
E ci resta, dannazione
La mia ferita brucia in questa canzone
E al tempo della confusione io dico basta.
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6. |
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Li vedi due marinai
Seduti sugli scogli della vita
E del tempo di per sé
E intorno l’acqua che rincorre
Che canta e si scatena senza sosta
E pensa solo a sé.
Se tu riesci a capirmi non lo so
Io voglio rubare alla vita
Il senso vero, i modi, la maniera
Non solo averla sfiorata
E lasciata dov’era.
Ogni rabbia è andata
Ogni rabbia dimenticata
Tramonta ogni cosa, tramonto anch’io
E ti dico addio.
Guarda come
Guarda come viene
Guarda come si fa primavera.
Non c’è niente che non va.
Ricordo giorni di cammino
Giorni di silenzio, giorni di parole
Giorni di per sé.
E ora, siamo marinai
Che remano e vivono il naufragio
Pensando solo a sé.
Se tu riesci a capirmi non lo so
Io voglio rubare alla vita
Il senso vero, i modi, la maniera
Non solo averla sfiorata
E lasciata dov’era.
Ogni rabbia è andata
Ogni rabbia dimenticata
Tramonta ogni cosa, tramonto anch’io
E ti dico addio.
Sogna ancora, sogna
Stringi i denti ancora
Fa male, stringo i denti anch’io
Ma ti dico addio.
Guarda come
Guarda come viene
Guarda come si fa primavera.
Non c’è niente che non va.
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7. |
Gaia
03:55
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Gaia è la vita di chi crede
Gaia è la vita delle cose
Gaia è l’erba del vicino
Gaia è prisma e rifrazione.
Gaia è acqua e fiamma viva
Gaia è l’aria di settembre
Gaia è forza ed ideali
Tiepida pioggia di parole.
Gaia
Gaia
Gaia
Gaia.
Gaia è la voglia di toccare
Gaia è la voglia oltre ogni cosa
È una e mille direzioni.
Gaia è bugiarda e misteriosa.
Gaia è l’attesa dell’estate
Gaia è l’attesa dei miei sogni
È una manciata di uccelli in volo
Che il sole sperde con un gesto.
Gaia
Gaia
Gaia
Gaia.
Gaia è Gaia all’imbrunire
Quando si siede ad aspettare
Gaia è la fine della notte
Che il sole corre ad abbracciare.
È una manciata di uccelli in volo
Che il sole sperde con un gesto.
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8. |
Tagliamo la corda!
03:51
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Eccola arrivare, la mora in ciclostilo
Dritta come un palo si guarda bene intorno
Agita severa il suo corpo da modella
Attira e seleziona con piglio consumato.
È lei, è lei, è lei, la diva è proprio lei
È lei, che non ha capito ancora
Che la sua vita è fiato sprecato
È lei, è lei, è lei, è lei.
E i quattordicenni della Torino bene
Tirano di coca alla festa dell’amica
Figlia di stilista e figlia di puttana
E perdono ogni freno con fare consumato.
È lei, è lei, è lei, la classe dirigente
È lei, che non ha capito ancora
Che la propria vita è fiato sprecato
È lei, è lei, è lei, è lei.
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Signore, quanti figli non han da lavorare
Ma sempre soldi in tasca, da finti figli ricchi
Arrivano da casa e a casa torneranno
A chiedere altri soldi con piglio consumato.
È lei, è lei, è lei, la classe che consuma
È lei, che non ha capito ancora
Che la propria vita è fiato sprecato
È lei, è lei, è lei, è lei.
Senza andar lontano mi basta il ragazzino
Cuore di nostalgico di decima mano
Sogna il Grande Capo che regna incontrastato
E a furia di sognarlo ha il cervello in bianco e nero.
È lui, è lui, è lui, lo scemo è proprio lui
È lui, che non ha capito ancora
Che la sua vita è fiato sprecato
È lui, è lui, è lui, è lui.
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Silenzio, che ora parla l’uomo che sa tutto
L’uomo che ha già visto, l’uomo che ha capito
Si atteggia a sacerdote seduto sul divano
Dispensa i suoi consigli con fare consumato.
È lui, è lui, è lui, il genio è proprio lui
È lui, che non ha capito ancora
Che la sua vita è fiato sprecato
È lui, è lui, è lui, è lui.
Mancava poi soltanto il comico mancato
Con furia e con mestiere, starnazza in mezzo all’aia
Mille vecchi polli lo seguono rabbiosi
Adorano i suoi gesti da attore consumato.
E mai, e mai, e mai, il popolo italiano
Mai, neanche lasciandoci il sangue
Ha mai imparato a non lasciarsi fregare
Mai, e mai, e mai, e mai.
È lui, è lui, è lui, il popolo italiano
È lui, che non ha capito ancora
Che la propria vita è tutto fiato sprecato
È lui, è lui, è lui, è lui.
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
Tagliamo la corda, tagliamo la corda
Prima che sia troppo tardi!
|
||||
9. |
||||
Lui sembra un toro
Lei un’aquila reale.
Lui fuma serio
Lei è seduta a riposare.
Lui sfoglia il giornale
Lei le poesie di Lorde.
Lui è ancora forte
Lei dimostra la sua età.
Lontane le canzoni
Degli inizi, però
Bruciarono, e forte, ancora
Negli anni a venire.
Lui predica chiarezza
Lei chiara lo è davvero
Lui spesso è nervoso
Lei cerca serenità.
E lui era fatto così
E lei era fatta così
Fu più semplice andare oltre
Negli anni a venire.
Lui non si sa raccontare
Lei sogna ancora spesso.
Lui sfiora il piano
Lei nasconde la sua età.
E poi vennero i figli
Che tolsero energie
Fecero meno l’amore
Negli anni a venire.
I lunghi anni di lavoro
Gli impegni, le malattie
Crebbero l’abitudine
Negli anni a venire.
Lui sembra un toro
Lei un’aquila reale.
Lui fuma serio
Vuole solo riposare.
(Lisa dagli occhi blu
Cerco negli occhi tuoi
La tenerezza che più non hai.)
|
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10. |
Mela marcia
03:21
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Io non cerco guai
Oh capo, no davvero!
Io non sono certo un negro
Di quelli cerca guai
Se parlo è per parlare
Io non cerco certo guai.
Che poi il divertimento
Non manca, no davvero!
Qui si può ascoltare la pioggia
Cadere sul giardino
E se si è fortunati
Anche la radio del vicino.
Mela acerba, mela acerba
Mela nata bianca
Mela bella, mela sana
Mela cresciuta bianca
Mela rossa, mela rossa
Mela invecchiata bianca
Mela negra, mela negra
Mela nata marcia.
Io non cerco guai
Oh capo, no davvero!
Io non sono certo un negro
Di quelli cerca guai
Se canto è per cantare
Io non cerco certo guai.
Che poi in fondo in fondo
Il lusso non ci manca
Ogni sera c’è una cena
Con ciò che avanza agli altri
E i dolci di After John
Se non siamo soddisfatti.
Mela acerba, mela acerba
Mela nata bianca
Mela bella, mela sana
Mela cresciuta bianca
Mela rossa, mela rossa
Mela invecchiata bianca
Mela negra, mela negra
Mela nata marcia.
E forse riuscirò
Ad avere quel lavoro
Viaggerò su tutti i treni
Pulirò i cessi dei bianchi
Comprerò un pianoforte
E sarò molto importante.
Avrò quattro bambine
E tutte studieranno
Nessuna dovrà vivere
Con le mance dei bianchi
E questo mi darà la forza
Di tirare avanti.
E questo mi darà la forza
Di tirare avanti.
|
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11. |
Se c'è una cosa che amo
02:37
|
|||
Se c’è una cosa che amo
È il vento freddo dell’inverno
Pungente e pulito
Che che si apre alle stelle.
E mi sembra di vederle più vicine
E si impastano
Ai pensieri dei miei sedici anni
Ai miei pensieri di oggi.
Se c’è una cosa che voglio
È viverti accanto
E rubarti qualche momento
Di quelli segreti
Di quelli che vedi soltanto
Quando l’altra persona
Si sente così in confidenza
Da sentirsi da sola.
Se c’è una cosa che amo
Se c’è una cosa
Se c’è una cosa che voglio.
Se c’è una cosa che amo
Se c’è una cosa
Se c’è una cosa che voglio.
Se c’è una cosa che amo
È vivere giorno per giorno
Di una vita breve ed intensa
Come un fiammifero acceso
E poi guardarti camminare
Sulla strada del bosco
E sentirmi così in confidenza
Come fossi da solo.
Come fossi da solo.
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Roberto Tardito Italy
Roberto Tardito was born in Ivrea (Italy) in 1984. He was the first italian artist on WE7, a project promoted by Peter
Gabriel.
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Discography
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CONTROVENTO (2007)
SE FOSSI DYLAN (2010)
PORTO ARGO (2011)
PUNTO DI FUGA (2012)
ERA UNA GIOIA APPICCARE IL FUOCO (2014)
AQUARIUM (2017)
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